Storica e monumentale sede della Marina Militare nella Capitale, “Palazzo Marina” assolve fin dalla sua fondazione il ruolo di importante “faro” di cultura marinara e di strumento di comunicazione della marittimità italiana. L’edificio è stato volutamente eretto sulle sponde del Tevere per ribadire la natura- le e storica vocazione marittima dell’Italia e per ricordare come la penisola abbia conquistato un ruolo preminente nella storia ogni qual volta abbia assecondato la sua geografia. Un messaggio, questo, che l’edificio “trasmette” da 90 anni, attra- verso la sua posizione e tramite un programma iconografico (e quindi comunicati- vo) espresso fin dalla facciata e riaffermato all’interno, nel susseguirsi degli am- bienti di rappresentanza.
La vicinanza al fiume risponde alla volontà governativa di collocare il Ministero della Marina in una “ideale e anche fisica continuità tra il Tevere navigabile e il mare” e di rimandare, così, alla vocazione marinara che Roma, attraverso il suo fiume - antica via per il Mediterraneo -, ha sempre rivendicato, ponendosi alla stregua di Venezia e Genova.
Genova, Roma e Venezia sono i nomi iscritti sulle tre finestre monumentali dell’avancorpo centrale della facciata di Palazzo Marina sul Lungotevere: sono i simboli dell’Imperium Maris italiano nella storia, che vengono menzionati anche al suo interno, sia nelle decorazioni pittoriche e scultoree, sia nelle arti applicate. Inaugurato il 28 ottobre 1928, ma progettato tra il 1911 e il 1913 nell’ambito del programma edilizio governativo di Roma Capitale di epoca giolittiana, l’edificio, eretto appositamente per la Marina Militare (all’epoca Regia Marina) e ad essa esclusivamente destinato,“parla” di mare attraverso iscrizioni, simboli, raffigura- zioni e quello straordinario “ordine architettonico marinaro” che il suo progettista, Giulio Magni, inventa per l’occasione.
Vero e proprio unicum per la sua intonazione navale, Palazzo Marina propone al visitatore un viaggio simbolico e storico a ritroso attraverso le glorie d’Italia sul mare, dalla Grande Guerra all’antica Roma. Il percorso parte dalla Grande Guerra, cui fanno riferimento le due ancore delle corazzate austroungariche Viribus Unitis e Tegetthoff - esibite in facciata come trofei di guerra-, per risalire, attraverso un itinerario sia fisico sia ideale, fino all’antica Roma, passando per il Risorgimento, la battaglia di Lepanto, le Repubbliche Marinare.
Tutte le arti sono dispiegate per celebrare la Marina e il suo elemento naturale, il mare; scultura, pittura, arti applicate, elementi d’arredo assumono forme di navi, di onde, di vele e di remi, di animali marini e di simboli marinari, attinti non solo dall'epoca classica, ma anche dalle glorie delle Repubbliche di Venezia e di Geno- va. I ritratti e le allegorie rimandano alla storia italiana, sia bellica sia esplorativa. Alle iconografie consolidate vengono affiancate altre inusitate, elaborate per mostrare le nuove scienze e le nuove tecnologie di cui la Marina si avvale e di cui è promotrice. Alle allegorie si affiancano i realistici dipinti murali di Pieretto Bianco, in una delle sale più importanti del palazzo: dedicati al vincolo indissolu- bile tra “navigare” e “costruire”, essi costituiscono uno straordinario documento figurativo di archeologia industriale, di storia navale e di storia della tecnologia italiane.